
La viticultura in Sicilia è presente dal secondo millennio A.C. prima della colonizzazione dei greci che introdussero vitigni di migliore qualità. Gli Studiosi elogiavano le qualità dei vini dell’isola che erano la spina dorsale dell’economia. Questo situazione si inverte con la conquista Romana, che predilesse la coltivazione di grano e rese la Sicilia, il granaio d’Italia. Con la caduta dell’Impero Romano, sull’isola ci fu una successione di popoli invasori, per ultimi gli Arabi che importarono coltivazioni nuove e la vite veniva utilizzata per la produzione di uva passa. La Situazione vitifera ritorna favorevole intorno al XV secolo quando dai porti iniziarono a salpare navi per Roma, Liguria, Toscana. In seguito alla distruzione dei vigneti Francesi, a causa della fillossera, i robusti Siciliani furono fonte di un’importante esportazione. Anche sull’isola fece comparsa il terribile insetto distruggendo le coltivazioni. Dopo la ripresa, l’introduzione dell’alberello per il filare e l’irrigazione portarono notevoli cambiamenti nel patrimonio vitivinicolo.
Confini
La più grande isola del mediterraneo arcipelago delle isole Eolie, Lipari e Pelagie. Pantelleria e Ustica.
Clima
Clima mediterraneo, caldo e arido sulla fascia costiera temperato ed umido sulla parte centrale e sui rilievi. I mari creano una continua ventilazione. Grandi venti da scirocco e da ponente creano importanti eventi siccitosi.
Denominazioni
DOCG: 1
DOC: 23
IGT: 7
DOP: 17
IGP: 12
Principali vitigni
Rossi: Nero d’Avola – Nerello mascalese – Sangiovese – Nerello cappuccio – Frappato – Perricone
Bianchi: Catarratto bianco – Zibibbo – Damaschino – Ansonica – Catarratto bianco lucido – Grecanico dorato – Albarola – Grillo – Manzoni bianco
Morfologia
25% montagna, 60% collina, 15% pianura
Produzione
5.323 (hl/1000)
Superficie vitata
111.449 ettari
Produttori
196
I racconti
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